Competitiveness Compass for the EU: strategia per la competitività

Competitiveness Compass
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Competitiveness Compass for the EU: il contesto

La Commissione europea ha presentato il Competitiveness Compass for the EU, prima grande iniziativa di questo mandato che delinea la strategia da seguire per rendere l’Europa il luogo in cui le tecnologie, i servizi e i prodotti puliti futuri sono inventati, fabbricati e commercializzati e nel contempo il primo continente a impatto climatico zero.

Negli ultimi vent’anni l’Europa non è riuscita a tenere il passo con le altre grandi economie a causa del persistente divario nella crescita della produttività. Purché agisca con urgenza per affrontare gli annosi ostacoli e le debolezze strutturali che la frenano, l’UE dispone di quel che serve per invertire la tendenza: talenti senza eguali e forza lavoro qualificata, un ampio bacino di capitale privato, un mercato unico di dimensioni continentali,  un contesto giuridico stabile e prevedibile, uno stato di diritto e di un’economia sociale di mercato unica.

Come descritto nella comunicazione della Commissione, l’Europa ha molti punti di forza economici, ma deve agire ora per riconquistare la propria competitività e garantire la propria prosperità.  Negli ultimi anni, l’Europa ha dimostrato resilienza di fronte a crisi globali, superando la pandemia e lo shock energetico causato dalla Russia. Ha compiuto progressi nella transizione digitale e verde e introdotto nuove politiche per sostenere la ripresa economica. Tuttavia, deve affrontare urgenti debolezze strutturali: il divario di produttività rispetto ad altre economie, il ritardo nelle tecnologie avanzate rispetto agli Stati Uniti e la crescente competizione con la Cina.

La principale sfida è la mancanza di innovazione: l’Europa fatica a trasformare le proprie idee in tecnologie commerciabili e ad integrarle nel settore industriale. Inoltre, le imprese europee soffrono per costi energetici elevati, regolamentazioni complesse e una concorrenza globale sempre più distorta da sussidi industriali esteri. La dipendenza da catene di approvvigionamento concentrate rappresenta un ulteriore rischio.

Per preservare il ruolo dell’UE come potenza economica, è necessaria una risposta risoluta. Senza un aumento della produttività, l’Europa rischia una crescita stagnante, con ripercussioni su redditi, welfare e opportunità. In un contesto di competizione geopolitica e tecnologica, la capacità di innovare e competere sarà decisiva per finanziare la transizione energetica, mantenere il modello sociale europeo e rafforzare la sicurezza economica.

La Dichiarazione di Anversa del 2024 ha sottolineato l’urgenza di un accordo industriale, mentre il Rapporto Letta ha avvertito che il pieno sfruttamento del mercato unico è cruciale per evitare la perdita di rilevanza globale. Il Rapporto Draghi ha evidenziato che l’Europa non può più contare sui tradizionali motori di crescita, come il commercio globale aperto, l’energia a basso costo e la stabilità geopolitica, proprio mentre necessita di ingenti investimenti per modernizzare l’economia e garantire sicurezza.

Ora è il momento di agire. La nuova Commissione europea ha un mandato ambizioso incentrato sulla crescita e sugli investimenti, con la competitività come priorità. Nei prossimi cinque anni, le azioni strategiche mireranno a rilanciare il dinamismo economico dell’UE, assicurando una transizione sostenibile e rafforzando la sua posizione globale.

Competitiveness Compass for the EU: un nuovo modello di competitività basato sulla produttività guidata dall’innovazione

Il Rapporto Draghi evidenzia la necessità di porre l’innovazione al centro del rilancio europeo, rimuovendo i vincoli che ostacolano la crescita. L’industria europea è statica, dominata da settori tradizionali con investimenti limitati in ricerca e innovazione, mentre le start-up faticano a scalare con nuove tecnologie rivoluzionarie. Con una popolazione in calo, l’Europa non può contare sulla crescita della manodopera e deve puntare su innovazione e competenze per aumentare la produttività, senza comprimere i salari.

Altri fattori possono frenare la competitività: la transizione ecologica deve essere compatibile con la crescita economica, garantire stabilità nei costi energetici e mantenere una regolamentazione proporzionata. È essenziale preservare una presenza industriale nei settori tecnologici chiave e ridurre le dipendenze strategiche, altrimenti l’incertezza geopolitica rischia di penalizzare investimenti e imprese.

L’obiettivo del Competitiveness Compass è fare leva sui punti di forza dell’Europa, eliminando barriere a livello nazionale ed europeo. L’UE deve diventare il centro dell’innovazione e della produzione di tecnologie pulite, attrarre talenti, creare posti di lavoro di qualità e consolidare la propria posizione globale. Un’Europa competitiva, attrattiva per gli investimenti e capace di premiare il rischio e l’imprenditorialità sarà essenziale per il suo futuro economico e strategico.

Il piano strategico Competitiveness Compass riconosce la competitività come uno dei principi generali di azione dell’UE e definisce due obiettivi di carattere generale. In primo luogo, vanno identificati i cambiamenti politici necessari: in alcune aree, le politiche esistenti dovranno essere modificate, mentre in altre è necessario un cambiamento radicale. Il secondo obiettivo è sviluppare nuovi modi di lavorare insieme per aumentare la velocità e la qualità del processo decisionale, semplificare le regole e superare la frammentazione. L’Europa può eguagliare i suoi concorrenti delle dimensioni di un continente solo se le politiche dell’UE e nazionali sono allineate attorno agli stessi obiettivi e si rafforzano a vicenda. Poiché molte leve chiave, dalla tassazione ai mercati del lavoro alle politiche industriali, sono in gran parte o in parte nelle mani dei governi dell’UE, riforme e investimenti nazionali coordinati saranno una componente chiave di questa strategia complessiva.

Le tre aree di intervento del Competitiveness Compass

Il rapporto Draghi ha individuato tre imperativi di trasformazione per aumentare la competitività e il Competitiveness Compass definisce un approccio e una selezione di misure di punta per tradurre ciascuno di questi imperativi in ​​realtà nei prossimi anni:

  1. Colmare il divario dell’innovazione. L’UE deve rilanciare l’innovazione creando un ecosistema favorevole alle start-up, sostenendo la leadership industriale nei settori ad alta crescita basati sulle deep tech e favorendo la diffusione delle nuove tecnologie tra imprese consolidate e PMI. Per questo, la Commissione lancerà iniziative come le gigafactory di IA e la strategia Apply AI, volte a sviluppare e adottare l’intelligenza artificiale nei settori chiave. Saranno presentati piani d’azione per materiali avanzati, tecnologie quantistiche, biotecnologie, robotica e tecnologie spaziali. Inoltre, una strategia dedicata alle start-up e scale-up affronterà gli ostacoli alla crescita delle nuove imprese. La proposta di un 28º regime giuridico semplificherà le normative in ambiti come diritto societario, fallimentare, del lavoro e tributario, riducendo i costi di fallimento e permettendo alle aziende innovative di operare con un unico quadro normativo in tutto il mercato unico.
  2. Decarbonizzazione e competitività. Il Competitiveness Compass individua nei prezzi elevati e volatili dell’energia un problema chiave e propone misure per garantire energia pulita a costi accessibili. Il Clean Industrial Deal, in arrivo, definirà un approccio alla decarbonizzazione basato sulla competitività, rendendo l’UE un polo attrattivo per la produzione, anche nei settori ad alta intensità energetica, e favorendo tecnologie sostenibili e modelli di business circolari. Il Piano d’azione per l’energia a prezzi accessibili mira a ridurre i costi energetici, mentre il nuovo Atto legislativo sull’accelerazione della decarbonizzazione industriale velocizzerà le autorizzazioni per i settori in transizione. Sono previsti anche piani d’azione mirati per industrie ad alta intensità energetica, come siderurgia, metallurgia e chimica, fondamentali per il manifatturiero europeo ma particolarmente vulnerabili nella transizione ecologica.
  3. Sicurezza e riduzione delle dipendenze. Per rafforzare l’autonomia economica, l’UE punta su partenariati strategici. Già oggi dispone della rete commerciale più ampia e in crescita al mondo, con accordi in 76 Paesi che coprono quasi la metà del suo commercio estero. Il Competitiveness Compass propone nuovi partenariati per il commercio e gli investimenti sostenibili, garantendo approvvigionamenti sicuri di materie prime, energia pulita, carburanti sostenibili e tecnologie innovative. Sul piano interno, la revisione delle norme sugli appalti pubblici introdurrà una preferenza europea per settori e tecnologie strategiche.

 

Cinque fattori chiave e trasversali per la competitività

A supporto dei tre pilastri strategici, cinque elementi trasversali sono essenziali per rafforzare la competitività in tutti i settori dell’economia europea.

  1.  Semplificazione. Ridurre il peso burocratico è fondamentale per agevolare le imprese. L’obiettivo è snellire le procedure di accesso ai fondi UE e accelerare le decisioni amministrative. L’imminente proposta omnibus semplificherà la normativa su sostenibilità, dovuta diligenza e tassonomia, agevolando in particolare le PMI. La Bussola per la competitività punta a ridurre gli oneri amministrativi almeno del 25% per tutte le imprese e del 35% per le PMI.
  2. Un mercato unico più accessibile. Da oltre 30 anni il mercato unico è il motore della competitività europea, ma permangono ostacoli che ne limitano il pieno potenziale. Una nuova strategia per il mercato unico modernizzerà la governance, rimuovendo barriere esistenti ed evitando la creazione di nuove. Saranno inoltre semplificate e rese più accessibili le normative, con particolare attenzione alle PMI e alle start-up.
  3. Finanziamento della competitività. L’UE necessita di un mercato dei capitali più efficiente per trasformare i risparmi in investimenti produttivi. La Commissione proporrà un’Unione europea dei risparmi e degli investimenti, con nuovi strumenti di risparmio e investimento, incentivi per il capitale di rischio e una maggiore fluidità dei flussi finanziari tra gli Stati membri. Il bilancio dell’UE sarà riorientato per garantire un accesso più razionale e mirato ai fondi europei.
  4. Competenze e occupazione di qualità. La forza dell’Europa risiede nei suoi cittadini. Per allineare le competenze alle esigenze del mercato del lavoro, verrà lanciata un’Unione delle competenze, con investimenti nell’apprendimento permanente e nella formazione avanzata. L’iniziativa promuoverà lo sviluppo di competenze per il futuro, la mobilità equa dei lavoratori, l’attrazione di talenti qualificati dall’estero e il riconoscimento di percorsi formativi diversi, facilitando così l’occupazione in tutta l’UE.
  5. Coordinamento tra UE e Stati membri. Un nuovo strumento di coordinamento per la competitività rafforzerà la collaborazione tra la Commissione e gli Stati membri per attuare obiettivi strategici condivisi. Saranno individuati progetti transfrontalieri di interesse europeo e promosse riforme e investimenti chiave. Nel prossimo quadro finanziario pluriennale, un fondo per la competitività sostituirà gli attuali strumenti finanziari frammentati, garantendo un sostegno più efficace alle iniziative europee.
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